La ghiottoneria è la curiosità dello stomaco (cit.)


..E adesso che avete il vostro bell'impasto per la pizza, ecco alcuni suggerimenti:


Vi ricordate che non avevamo messo il sale, beh, aggiungetelo alla passata di pomodoro quando la state per spargere sulla pizza (con un'aggiunta d'olio se volete, perchè non diventi secca).

La pizza che vedete qui sopra è a base di:
-Salame a fette
-Mascarpone o Mozzarella aggiunta fresca
*    *    *
-Tonno sott'olio
-Anelli di cipolla bianca
-Capperi
-Filetti d'acciuga
..Senza contare la classica base pomodoro e mozzarella

Impasto per la pizza

A casa nostra c'è la tradizione di mangiare il sabato sera la pizza.. rigorosamente fatta in casa!

Il bello di una pizza fatta in casa è:
•  la puoi condire con cosa ti pare (anche i gusti più assurdi senza che il pizzaiolo ti guardi male)
•  se sei indeciso tra prosciutto e funghi e tonno e cipolle puoi benissimo fare metà e metà
•  ti risparmi 5-7 euro (beh, poi c'è da fare la spesa.. però può sempre diventare un piatto "svuota frigo")
•  l'impasto è neutro, quindi può essere usato per preparare tante altre cose (focacce, schiacciate, pseudo-piadine, pizze bianche, biscotti salati, grissini..) 

La ricetta e le dosi sono di una amica napoletana di mamma.
Sono anni che mia mamma utilizza la solita ricetta, tutti i sabati.. e noi non ce ne siamo ancora stancati!
Di solito, quando mia mamma lo prepara, è più che sufficente per 3 persone e ne avanza pure un po' per fare una schiacciatina per me (quindi è all'incirca 4 pizze).

Pasta per la pizza

Ingredienti:
1/2 kg farina 0
1/2 cubetto lievito di birra
2 cucchiaini di zucchero
150 ml acqua tiepida (1/2 bicchiere)

Per l'impasto niente sale

Versate in una ciotola (o meglio ancora se avete l'impastatrice) l'acqua tiepida, lo zucchero e il lievito, e fateli sciogliere.
Aggiungete la farina e cominciate a.. testuali parole di mamma: impastare.. impastare.. impastare.. impastare.. fino ad ottenere un impasto morbido ed elastico (aggiungete acqua o farina a seconda delle necessità: l'umidità dell'aria e la temperatura influiscono sulla preparazione).
Poi sbattete con forza la palla ottenuta sul piano di lavoro per attivare i lieviti.
Mettete la palla di pasta in una ciotola capiente perchè quadruplicherà di volume. Coprire con canovaccio pulito e lasciare riposare per 4-6 ore.

PS: Mi scuso per le foto non troppo invitanti.. c'era poca luce (essendo state scattate di sera) e sono venute scure, mi è toccato perciò ritoccarle un po' con photoshop perchè almeno si vedesse cosa s'era cucinato XD

Lenticchie e grano saraceno.. fanno a pugni!

La pentola di rame appartiene ad Armande […]. Posata sulla cucina economica, assomiglia molto al calderone di una strega Non troppo lontano dalla verità, suppongo, perché cosa si avvicina di più all’alchimia del trasformare ingredienti crudi in qualcosa che fa venire l’acquolina in bocca?
tratto dal libro Chocolat - Joanne Harris


Zuppa di lenticchie e grano saraceno
(la zuppa dei pugni)
Ingredienti (x persona):
- 1 pugno di lenticchie
- 1/2 pugno di grano saraceno
- 1/4 cippolla
- 1/4 carota
- acqua (2 bicchieri)
- olio extravergine d'oliva (q.b.)
- sale (q.b.)
- foglie di basilico

*Gli ingredienti citati qui sopra sono tutti monoporzione quindi se volete fare una zuppa per due moltiplicate la dose (es: 1/2 cipolla, 2 pugni di lenticchie ecc..)

Per che si chiama "zuppa dei pugni"? Beh, semplicemente perchè mia mamma non ha trovato altro modo per spiegarmi le porzioni.
No no no!!! Non pensate male, non mi ha picchiato!!
Il fatto è che le porzioni si misurano con le mani.. da qui il soprannome.

Per cominciare, la sera prima, mettete a mollo le lenticchie in una bacinella d'acqua.
Per quanto riguarda invece il grano, va messo a mollo circa un'ora prima.
In una pentola mettete a "soffriggere" la cipolla e la carota (in base alle dosi), tagliate grossolanamente, con un cucchiaio di olio.
Appena comincia a sfrigolare (non deve soffriggere in realtà!) aggiungete le lenticchie scolate e sciacquate.
Mescolate lenticchie, carota e cipolla in modo che s'insaporiscano e subito dopo aggiungete 2 bicchieri d'acqua (normali, non colmi) a persona.
Lasciate cuocere fino a che le lenticchie non cominceranno a sfaldarsi (circa 20 minuti).
Frullate tutto e aggiungete il grano saraceno scolato e sciacquato. Salate la zuppa e cuocetela per altri 15 minuti circa.
Se s'impacca, cioè diventa troppo densa (simile al puré) va allungata con un po' d'acqua.
Alla fine servite la zuppa con sopra due foglioline di basilico e un filo leggero d'olio.. è la morte sua!!

La Panzanella

Ecco un piatto tipico della tradizione toscana e sicuramente una delle ricette estive più buone in assoluto !
Dimenticatevi la solita pasta fredda o l'insalata di riso.. vi avanza un po' di pane vecchio? Guai a voi se lo buttate.. il pane non va mai buttato via (ancora inorridisco quando vedo gente che al supermercato compra il pangrattato in busta, quando invece basterebbe triturare la crosta del pane secco avanzato).
Comunque torniamo alla protagonista di questo post: ovvero la Panzanella (o pansanella / panmolle).
Avete voglia di qualcosa di fresco, non avete tempo di accendere i fornelli, volete eliminare un po' di avanzi dal frigo oppure vi serve qualcosina di semplice, gustoso, veloce, facile da portar via per un pranzo fuori od un pic-nic?
La risposta è questa:

La Panzanella

Ingredienti:
- pane raffermo (toscano senza sale)
- tonno in scatola
- uova (facoltative.. per una variante un po' più
- barattolo di sottaceti
- pomodori
- cetriolo
- cipolla
- basilico
- olio, sale e pepe (q. b.)
- acqua
Per cominciare, fate a pezzi (grossolani) il pane raffermo, poi mettetelo a molle per una decina di minuti in una bacinella colma d'acqua in modo che ne assorba abbastanza.
Nel frattempo preparate il condimento: aprite la scatoletta di tonno e versatelo in una insalatiera/vaschetta piuttosto capiente; fate a pezzi il tonno con una forchetta.
Dopodiché passate ai pomodori, il cetriolo e la cipolla. Lavateli/sbucciateli/pelateli e poi fateli a pezzetti. Tagliate i sottaceti a pezzetti piccini. Lavate le foglie di basilico e fate a pezzetti anche quelle. In pratica.. fate a pezzetti tutto!!!
Quando il pane da secco si è bel "ammollato" e ammorbidito, strizzatelo come una spugna per togliere l'acqua in eccesso e mettelo nella vaschetta assieme a tonno, cetrioli, pomodori, la cipolla a pezzetti, i sottaceti, il basilico.
Salate e pepate secondo i gusti. Passate un filo d'olio sul pane e mescolate tutto quanto per uniformare il condimento.. ho già l'acquolina in bocca. Il piatto è pronto!
Lo potete gustare a temperatura ambiente oppure riporlo in frigo per qualche ora (se lo preferite più freddo).
Questa ricetta è molto utile perchè può essere preparata in anticipo, la possono fare anche i principianti, non ha bisogno di essere scaldata e si cucina in poco tempo.
Inoltre è un'ottima ricetta svuota-frigo.
Alla vostra panzanella (insalata di pane) potete aggiungere gli ingredienti che più vi piacciono; questa è la ricetta tradizionale (eccetto forse per il tonno), ma esistono molte altre varianti:
una di queste, che a me piace molto, prevede l'aggiunta di uova sode alla fine.
Buon appetito!
PS: Al contrario del nome, questa ricetta non fa mettere sù "Panza".. è tutta molto light (soprattutto se al posto del tonno sott'olio se ne utilizza uno al naturale e non si eccede nei condimenti alternativi (tipo wurstel, uova, formaggio..).
E' così colorata..

Cipolle in agrodolce

Ingredienti:
- 500 g di cipolle bianche piccole (le confezioni che si trovano al supermercato)
- 1 bicchiere di olio di semi
- 1 bicchiere di aceto bianco
- 1 bicchiere di acqua
- sale
- zucchero

In una pentola capiente, mettete tutti gli ingredienti a freddo con un cucchiaino di sale ed un cucchiaino di zucchero.
Accendete il fuoco e portate a ebollizione. Lasciate bollire 10-15 minuti fino a che non è tutto ben cotto.
Spegnete il fuoco e travasate il contenuto (ancora caldo) in vasetti di vetro. Potete usare barattoli vecchi di marmellate, verdurine sott'olio, condiriso..). Facendo così, non appena si raffredderanno, i barattoli andranno sotto vuoto da sé.
In questo modo, le cipolline si conserveranno più a lungo e saranno pronte per essere aperte quando necessario per un antipasto improvviso.

Riso al formaggino

Un po' mi vergogno a pubblicare una ricetta simile..
però.. magari se avete dei bambini piccoli, può fare al caso vostro.

Riso al formaggino

Ingredienti (x4 persone):
- 350g riso parboiled (o quello che avete in casa)
- 4 formaggini cremosi (tipo Susanna, i Cremosi Bel Paese..)
- parmigiano a scaglie (facoltativo)
- olio extravergine d'oliva

Mettete a bollire l'acqua in una pentola come fareste per un piatto di pasta (infatti non è un risotto).
Il miglior riso secondo me è quello per le insalate, perchè mi piace sentire il chicco duro che non si "spappola" (si capisce che non sono un'amante dei risotti ben mantecati).
Quando bolle, salate e buttate il riso. Quando la consistenza vi soddisfa (al dente, cotto o stracotto) scolate i chicchi e ripassateli poi in pentola aggiungendo un formaggino cremoso a persona. Mescolate e amalgamate il tutto prima di servire. Condite il piatto con il parmigiano a scaglie e un filo d'olio.

Vienna - parte seconda

Diario di viaggio

Il pomeriggio del secondo giorno, visita d'obbligo al Palazzo di Sissi: il castello di Schönbrunn, fatto costruire da Leopoldo I, dopo che i Turchi avevano raso al suolo la precedente tenuta di caccia dell'imperatore.
La parte centrale venne costruita tra il 1696 e il 1700, ma alla morte di Giuseppe I i lavori si fermarono, fino a quando Maria Teresa (la mamma di Maria Antonietta) dette incarico di elaborare un nuovo progetto e continuare i lavori che terminarono nel 1749. Fu lei stessa che scelse l'arredamento delle 1440 stanze. Oggi se ne possono visitare 40 (ed è anche disponibile un'audioguida.. l'abbiamo sperimentata personalmente)

Naturalmente dopo la visita dell'interno del castello ci era avanzato ancora un po' di tempo, prima che il pullman venisse a recuperarci.
Ed io da perfetta masochista, ho deciso di farmi una bella sfaticata fino in cima alla Gloriette (così si chiama la collina) dove si trova quel meraviglioso padiglione dove la cara Maria Teresa soleva prendere té e pasticcini a colazione (Ma scommetto che lei non ci arrivava fin lassù a piedi!!)
Intendiamoci, erano 45 minuti! Ed in 45 minuti io dovevo dal Cortile d'ingresso (vedi foto 1) rientrare dentro il palazzo, entrare nel giardino, attraversare l'immenso "viale" (vedi foto 2 e 3) fino alla Fontana di Nettuno.
Figuriamoci se fosse finita qui: dalla Fontana di Nettuno, dovevo risalire la collina ma.. sarebbe stato troppo facile andare dritti, troppo noioso. E quindi cos'hanno deciso gli Asburgo? Di fare la strada a zig zag; e peggio dei biglietti degli "imprevisti" del Monopoly, c'erano cartelli ovunque su cui scritto "Non calpestare l'erba". Perciò, dopo aver, ahimé, abbandonato l'idea di tagliare per il prato, mi son messa a correre a più non posso per non rischiare di arrivare tardi al pullman un'altra volta e..
Missione compiuta! Devo dire che il panorama, alla fine, meritava la sudata e soprattutto ho potuto così vantarmi coi miei compagni di aver visto anche il padiglione (anche se un po' di fretta).


Giusto il tempo di due scatti, poi di nuovo giù di corsa!
Arrivata alla porta per rientrare nel castello, la trovo chiusa. Panico!
In poche parole sia per entrare che per uscire dai giardini si passa attraverso il corpo centrale del palazzo, ma stavolta tutte le porte erano chiuse e non sapevo più davvero come fare (avevo persino il cellulare scarico.. non è una novità).
Fortunatamente ho incontrato due signori gentilissimi che mi hanno indicato un'uscita alternativa, solo che era molto più lontana. Mi toccava quasi aggirare il castello più un'altro pezzo di giardino. Giuro, ero sfinita!
Nonostante ciò, alla fine sono arrivata in perfetto orario al punto di ritrovo: una precisione svizzera.
Non ero l'ultima: altre ragazze, infatti, erano rimaste bloccate nel giardino interno e gli era toccato anche a loro fare tutto il giro per uscire.
Ritornati in hotel, mi sono fatta una bella doccia e poi tutti a cena.
Peccato per la spiacevole sorpresa: ci hanno servito il primo della sera precedente.. ovvero minestrina in brodo con le verdurine. Beh, non proprio la stessa: infatti, la sera prima ci avevano servito la pastina con le letterine (potevi scrivere il tuo nome nel brodo con le letterine WOW!! Ovviamente sono sarcastica), mentre stavolta c'erano degli spaghettini sottili sottili tipo noodles.
Nonostante io abbia saltato il primo, mi son rifatta col secondo: petto di pollo immerso in una salsa marrone particolare (abbastanza forte come sapore, ma molto buona), accompagnata con il riso al burro. E del dolce mi son pappata tre fette. Si trattava di un dolce tipico austriaco: una specie di rotolo di pan di Spagna farcito con marmellata di albicocche e spolverato con zucchero a velo.
Probabilmente con tutta la fatica che avevo fatto, avrei trovato buonissimo anche il piatto..
Sulla via del ritorno, ho comprato anche una sfoglia ripiena alla ricotta e uvetta in uno di quei chioschi ambulanti (Accidenti ai venditori che me l'hanno spacciato per sfoglia alla crema!).

Dopo un secondo tour serale del centro (sono riuscita a visitare la Cattedrale di S. Stefano di notte e devo dire che fa molto effetto col buio), abbiamo concluso la serata in un piccolo pub chiamato "Caffé&Latte" a sorseggiare birra e a mangiare (non io) crepes alla nutella a mezzanotte.

Schiacciata Tamburo

La Schiacciata Tamburo è diventata quasi il mio segno distintivo in cucina.. infatti riesce solo a me!
(questo però non vuol dire che a voi non debba riuscire)
Questa ricetta è la prima di cui posso esser sicura non troverete eguali, poichè è assolutamente di mia totale invenzione e ne vado fiera assai (perchè mi piace tanto, tanto, tanto..).
Il problema sta nel catalogarla come una ricetta semplice o una ricetta difficile. Vi spiego:
-fare l'impasto è semplicissimo poichè è lo stesso del pane (farina, acqua, lievito, sale) o della pizza (senza olio naturalmente)
-la diversità sta nella tecnica con cui si stende la pasta e poi s'inforna, infatti si deve riuscire a creare come una specie di strato sottilissimo di pasta, quasi trasparente (vi giuro) e non è facile.

Ingredienti:
- farina
- acqua
- lievito
- sale grosso
- rosmarino
(ed una teglia da infornare, preferibilmente rotonda)

Preparazione:
Prendete la vostra palla di pasta di pane e stendetela su una superficie ben infarinata con il mattarello. Dovete tirarla ben bene: aiutatevi con le mani, tirandola come un elastico (a me ricorda un po' i pizzaioli napoletani e le loro pizze acrobatiche quando diventano grandi e sottili). Non preoccupatevi se si creano dei buchi nel tirarla (ma vedete anche di non esagerare con la forza.. non stiamo mica facendo un Emmental?!) l'importante è che sia sottile (vi ripeto: in alcuni punti la mia diventa addirittura semi-trasparente).
Una volta tirata pen bene poggiatela sulla teglia ed arricciate i bordi della pasta ai bordi della teglia, in modo da creare una sorta di tamburo (fate attenzione che siano ben fissati).
Cospargete di sale grosso (se non avete salato già l'impasto) e rosmarino. Infornate ed aspettate che si dori ben bene (se comincia perfino a scricchiolare è un buon segno) e diventi bella croccante.
Quando vi sembra sufficientemente cotta spegnete il forno e lasciate raffreddare.. sarà pronta per i vostri prossimi spuntini..
ma un consiglio: è fantastica anche calda, appena sfornata.

A prima vista può sembrare una specie di pane carasau aromatizzato al rosmarino, ma con la croccantezza di una vera schiacciata toscana fine fine (o dei crackers), senza olio.. quindi senza grassi, light e sfiziosa.
E' perfetta per chi, come me, non va matto per il retrogusto a volte troppo deciso dell'olio d'oliva e per chi vuole tenersi in forma.

E' buona da sola, ma anche spalmata di robiola, crescenza o stracchino, con pomodorini ciliegini, scaglie di grana, rucola e, facoltativo, il prosciutto.

Suggerimento: Da poco ho scoperto che la Schiacciata Tamburo è estremamente versatile, poichè si può trasformare in una fantastica piadina romagnola senza strutto.
Come?
E' semplice.
Vista la difficoltà (diciamo impossibilità) di tagliarla regolarmente, vi toccherà spezzarla un po' grossolanamente con le mani, se possibile in due mezzelune (la forma della piadina).
A questo punto farcite la vostra schiacciata con prosciutto, formaggio, insalata e ciò che piùà vi piace e mettetela in frigo per qualche ora.
Una volta tirata fuori, la pasta sarà diventata morbida e flessibile come quella di una piadina. Provare per credere! Chi ha voglia di una bella piadina fat-free?

Vienna - parte prima

Come ci sono finita io a Vienna?
Beh la storia è un po' lunga..
L'anno scorso la mia classe ha partecipato ad un concorso organizzato dalla regione per la riqualifica di una zona, un quartiere della propria città. Si trattava di proporre idee e soluzioni originali per migliorare un ambiente degradato. Quest'anno abbiamo ricevuto i risultati: Vittoria!
Il premio consisteva in 5000 euro da spendere per organizzare un viaggio in una città europea che avesse operato per la riqualifica di un ambiente urbano.
All'unaminità abbiamo optato per la capitale austriaca.
Vienna ha infatti realizzato il modernissimo e sofisticato "MuseumsQuartier", tradotto il Quartiere dei Musei, di fronte alla Maria Theresien-Platz, su cui si affacciano il Museo di Storia dell'Arte e quello di Storia Naturale.
Per darvi un idea di quanto è grande questo complesso, vi posso dire che si estende per 60.000 metri quadrati ed ospita il Leopold Museum ( dove è esposta la collezione di Rudolf Leopold, con opere di Schiele, Klimt e altri espressionisti austriaci ); il museo di arte moderna e contemporanea MUMOK; la galleria d'arte KUNSTHALLE Wien; il museo di architettura Architekturzentrum Wien ed il museo ZOOM per bambini. 

Per cominciare vi racconterò la mia esperienza a partire dal secondo giorno ( di tre ), poichè il primo lo abbiamo passato quasi tutto in pullman ( con un viaggio che è durato circa 13 ore.. siamo partiti alle 5:30 di mattina e siamo arrivati alle 6 del pomeriggio ).
Dopo un'abbondante colazione in hotel, siamo usciti verso le 9 e col pullman siamo arrivati fino in piazza Maria Theresien. Da lì ci è bastato semplicemente attraversare la strada per entrare nel MuseumsQuartier, un complesso enorme che mi ha subito colpito per il suo ordine, la pulizia, la modernità ed il contrasto di colori ( il grigio del MUMOK contrastava con l'azzurro del cielo ed i vivaci colori delle originalissime panchine ).
Il MuseumsQuartier è stato pensato come uno spazio interamente dedicato all'arte e alla creatività, un oasi nel centro della città per gli artisti. Infatti vi è proprio un'area dove si trovano i loro studi.. e poi ancora, ci sono sale per le esposizioni, il quartier21, negozi e tanti piccoli bar e chioschi dove prendere un aperitivo ed enormi spazi aperti dove rilassarsi. Se vivessi a Vienna ci andrei fissa.
Il nostro programma giornaliero prevedeva la visita del Leopold Museum, ma a causa di una mal organizzazione abbiamo beccato proprio l'unico giorno che è chiuso: il martedì!
Inutile dire che ci sono rimasta non poco male. Per compensare, col prof di Storia dell'Arte e quello di Filosofia, siamo entrati al MUMOK, il museo d'Arte contemporanea ( essendo studenti l'entrata era gratuita ).
All'inizio pensavo fosse un "museino" e invece poi ho scoperto esserci opere di Duchamp, Picasso, Kandinsky, Andy Warhol, Magritte, De Chirico..
Alla fine si è rivelato molto interessante (anche se ancora mi dispiaceva per il Leopold).
Più tardi ci hanno lasciato qualche ora libera per fare shopping e pranzare.
Ne ho approfittato per andare a mangiare un Topfen-Erdbeer-Schnitte da DerMann
Sarebbe quella cosa fragolosissima gelatinosa che vedete tutta a destra. In pratica è un cheesecake di ricotta ripieno di fragole in pezzi. Per mia sfortuna ho imparato in questo viaggio che gli austriaci mettono la ricotta (Topfen) praticamente ovunque! Ma in fin dei conti non era male.. In Austria credo di aver assaggiato alcuni tra i dolci più buoni che io abbia mai mangiato ed il cioccolato.. sublime!

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